Questo libro è una ricerca, che, incamminandosi sulla traccia dell'esperienza della aletheia, della verità come illuminazione (esperienza che vien poi presentata nel testo) perviene all'esito di un pensiero che, venendo a pensare l'essere come luce, compie una ricomprensione dello stesso essere della morte e della vita. (...)
In questo pensiero si arriva ad una comprensione dell'essere, in cui il concetto di morte può essere superato, individuato come derivante da una certa particolare comprensione dell'essere (questa è ciò che nel poema di Parmenide appare come l'opinione dei mortali "per i quali essere e non-essere è la stessa cosa").
Anche la più assoluta oscurità presuppone sempre una luce per apparire, come la più assoluta oscurità pensabile possibile presuppone sempre una luce per esser concepita. (...)
«Forse qualcuno può tenersi nascosto di contro alla luce che si percepisce con i sensi, ma con la luce spirituale questo è impossibile o come dice Eraclito "Come può uno nascondersi davanti a quello che mai tramonta?"»
